Scegliere un lettore musicale sembra una cosa semplice, quasi intuitiva. Si guarda prevalentemente all’aspetto, alla forma, alle dimensioni del lettore, e si da poca attenzione invece alle specifiche ed alle caratteristiche tecniche del prodotto.
In fondo, cos’altro deve fare? Un lettore musicale serve per farci ascoltare i nostri brani preferiti, per farci rilassare un po’ o per impiegarci qualche minuto d’attesa.
In realtà i lettori musicali hanno implementato tutta una serie di funzioni specifiche ed avanzate, condannate ingiustamente al dimenticatoio. Modalità di ascolto, filtri audio, gestione dei bassi, addirittura riproduzione dei video e connessione ad internet.
Uno dei principali vantaggi da considerare, quando si acquista un lettore audio, è la capacità di gestire formati differenti. Sembra un dettaglio ininfluente, ma è invece molto importante.
Dalla musicassetta all’MP4, passando per il web
Provate a ricordare in quale frangente la musica è diventata “portatile”. Se ci pensate per un attimo, vi renderete conto che già la musicassetta era riproducibile tramite appositi lettori, molto in voga già sul finire degli anni ’70.
Fino ad allora, la musica era riproducibile solo tramite appositi apparecchi spesso molto grandi, e l’unica alternativa era dotarsi di una radio portatile. Questa permetteva sempre di ascoltare della musica in movimento, ma a differenza delle musicassette non era possibile scegliere i brani.
Ecco, il grande vantaggio dei lettori musicali fù proprio quello di “sdoganare” la scaletta musicale, la playlist, permettendo così all’utente di scegliere di volta in volta i brani da ascoltare.
Dopo la musicassetta arrivò il lettore cd, portatile e dotato di cuffie per l’utilizzo in mobilità. I lettori cd presentavano alcuni vantaggi rispetto alle musicassette, uno su tutti il formato digitale dei file, compatibile sia con i più moderni lettori che con i computer.
La digitalizzazione del file portò in seno numerose migliorie. Mentre su una musicassetta si registrava su bobina (o nastro), quindi il numero di canzoni registrabili era limitato dalla loro stessa lunghezza, sui cd questo limite sparì.
Un disco poteva contenere decine e decine di canzoni, in base al peso del file digitale. Più questo era compatto, più canzoni entravano nel disco. Da qui nacque uno studio sempre più intenso per generare nuovi file musicali, dalla resa ottimale e dal peso contenuto.
Il file musicale divenne dunque più importante di ogni tipo di supporto, e nacquero così i lettori digitali. Non servivano più musicassette, dischi, chiavette o schede: il file si inserisce direttamente nel lettore, che lo riproduce alla scelta.
Oggi anche questo tipo di tecnologia è considerata superata. Questo perché i moderni lettori – ma anche i nostri smartphone, o altri dispositivi di utilizzo comune – sono dotati di connessione ad internet e spesso possono gestire delle applicazioni che ci permettono di ascoltare musica in streaming.
Tuttavia, c’è chi ancora preferisce il “classico”, vecchio lettore. Niente fronzoli, solo la musica che ci piace.
Principali formati e lettori
Quando si parla di lettori musicali, sono due quelli sicuramente più noti e conosciuti (e utilizzati): il lettore MP3 ed il lettore MP4. Questi prendono il nome dai rispettivi file audio, che ancora oggi rappresentano uno standard.
Iniziamo subito con il dire che si tratta di particolari “formati contenitore” o codec: questi comprimono un dato e lo compattano in un file, un po’ come si fa con gli archivi. La qualità di un codec sta nella capacità di non perdere dati nella compressione, e dunque di non “rovinare” l’audio o il video.
Il formato MP3 è il più vecchio, che iniziò il suo percorso nel 1988 proprio come formato digitale per supportare la diffusione dei cd in ambito musicale. Nessuno, in quel momento, pensò alla possibilità di utilizzare il file a se stante, ma si pensò di migliorare la resa audio per la riproduzione dei cd musicali.
Il formato MP4 invece è più recente, e risale ad un periodo compreso tra il 2003 ed il 2004. Questo si basò su un altro progetto, l’MPEG4, un codec audio e video progettato nel 1996 e fino ad allora utilizzato solo nei DVD.
Questa importante differenza ebbe una grande ripercussione sia nel mondo dei dispositivi multimediali che nel mondo dei lettori portatili. Molti di questi infatti continuarono a supportare solo la riproduzione audio includendo anche i file MP4, altri invece decisero di aggiungere dei piccoli schermi per permettere anche la visione di video.
Al giorno d’oggi questi due formati sono ampiamente supportati e gestiti dalla maggior parte dei lettori in commercio. Bisogna comunque prestare particolare attenzione ai prodotti che si intende acquistare, perché alcuni potrebbero gestire solo ed esclusivamente un formato.
Utilizzo contemporaneo e scelta
Come già detto, oggi al posto dei lettori digitali c’è internet. I vari servizi di streaming hanno sostituito completamente i lettori, apportando un enorme vantaggio: la disponibilità musicale. Mentre un lettore può contenere un numero finito (per quanto grande) di file, un servizio di streaming dispone di milioni di brani da ascoltare.
Inoltre, la rapidità di esecuzione anche con connessioni non proprio ottimali e la disponibilità di artisti e brani sconosciuti hanno fatto decollare questo settore, al punto che oggi esistono numerose piattaforme gratuite ed in abbonamento.
Questo però non ha sancito la fine dei lettori portatili. Anche di fronte ad un utilizzo sempre più frequente dei propri smartphone – che di fatto dispongono dei codec per riprodurre MP3 ed MP4 – c’è chi preferisce dotarsi di un lettore dedicato, magari per non intasare il telefono o per non avere problemi in caso di mancanza di connettività.
Se vi state orientando dunque nella scelta di un nuovo lettore digitale, ricordate: controllate i file supportati, le funzioni dedicate, eventuali specifiche sulla gestione della riproduzione e la connessione ad internet, e non meno importante la durata della batteria.